giovedì 6 novembre 2008

Le mie traduzioni: 2 poesie di Vesna Parun


L’uliveto

(Maslinov gaj)


Non so se fu la voce degli uccelli

o il cinguettio del vento dell’est

a condurmi un giorno nell’uliveto

ove nell’ottone delle fronde sparse

quieto dormiva ancora il riflesso del giorno.

Scesi allora nella baia amara

dell’erba solitaria e sul bordo

del mare rilucente, sulla spiaggia di ghiaia

e chiardiluna, vidi il suo profilo calmo

avvolto dal sussurro e lo sciabordio delle onde.

Se solo non avessi mai inteso il loro mormorio!

Fossi rimasta accanto allo steccato

sotto il fico selvatico, non fossi scesa

nell’orto ombreggiato sulla rena argentata

e gli scogli azzurri di luna…

Tu saresti rimasto sulla pietra seduto

schivo e sconosciuto, sul limitar della spiaggia.

E il gemito triste dei flutti

nei tuoi cupi pensieri avrebbe cullato

i neri e tempestosi rami.

E forse infelice vagheresti

sulla collina autunnale, cangiato in uccello

ramingo, in stella nuda

che brilla dei frammenti d’una brace

sulla distesa di un pavido mare.

Ed io mi sarei ben presto addormentata, incurante,

sotto il fico selvatico, e non sarei rattristata

di non sapere per dove se ne andò il giovane

che guardava il mare, solo e lontano

nello scintillio delle onde, nel silenzio dell’estate.



L’angelo

(Andjeo)

Né sogno né cigno,

solo il verde scintillio

nel canto lontano

dell’acqua che ancora non è nata.

E continua la mia anima

il tuo sguardo adulto.

Per la contesa mezzogiorno

ha affilato i girasoli.

Amare qualcuno

com’è pericoloso:

solo ritorni

mentre si rizza il gallo

nella città vecchia

che non più di te

è stata saggia

e più non nasconde il volto

dietro miseri mattoncini.

Ancora un po’ pallidi

per l’alba sono i barcaioli.

Spuntano nei musei

alcune orchidee rosse.

Perché ci siamo amati

quando il racconto del mare

che si fermò

non abbiamo concluso?

Lentamente si spenge

tra le nostre braccia

l’angelo impotente

che sorride alle parole

con le quali avremmo voluto

tracciare il sentiero

del nostro piccolo amore

presso l’estuario

del grande fiume.


Vesna Parun. Né sogno né cigno. Caserta, Editrice Spring, 1999. Prefazione di Predrag Matvejevic. Traduzione dal serbocroato e nota critica di Jacqueline Spaccini.

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